La prossima settimana, con la convocazione del Parlamento in seduta comune, si aprirà ufficialmente la partita per il nuovo presidente della Repubblica, ma i partiti sono già freneticamente a lavoro. Senza, però, alcuna certezza sulla lista dei candidati: il risultato è che le scommesse si spostano ogni giorno su un nome nuovo.
Mentre il M5S ha già annunciato la votazione online per la scelta della lista dei 10 nomi da proporre per il Quirinale, il centrosinistra sembra voler puntare su una rosa di candidati da definire in base alle intese che verranno stabilite con gli altri due partiti premiati dalle urne. Dunque, in un ipotetico accordo con il Pdl, il Pd potrebbe lanciare uno tra D’Alema, Amato e Marini, mentre in un’intesa con il M5S il Pd punterebbe su nomi come Prodi, Zagrebelski, Rodotà. Dal canto suo, il centrodestra è consapevole che la scelta del nome non può prescindere dalle indicazioni del centrosinistra, ma per ora si limita a suggerire la scelta di un soggetto che sappia garantire anche il proprio schieramento.
Difficile individuare il candidato migliore. Indispensabile però, in questo momento di incertezza, individuare una figura che rappresenti al meglio l’unità nazionale e che riporti al centro del dibattito il senso di indivisibilità della Repubblica. Anche perché il nuovo candidato al Quirinale potrebbe essere il vero ago della bilancia per la costituzione di un nuovo Governo, il cui percorso non sarà comunque scevro da ostacoli. Il nuovo Presidente, appena salito a Cavallo – così l’altro nome del monte del Quirinale, dal gruppo scultoreo che si erge sulla piazza – potrebbe dover trovare il bandolo della matassa che Napolitano ha posto in un angolo con l’escamotage dei saggi e provare, ancora, a conciliare le parti, allontanando le ipotesi di elezioni.