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Partono almeno le Commissioni speciali del Parlamento

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A un mese dalle elezioni politiche qualcosa finalmente si muove. Alcuni atti del Governo ancora in carica devono essere sottoposti urgentemente all’esame parlamentare. Le commissioni però ancora non sono state costitute. Qualche parlamentare confessa candidamente che senza Governo non si possono fare: una vera ragione istituzionale non c’è, e la ragione politica è controversa.

Per rimediare all’impasse, Camera e Senato hanno deciso di costituire ognuna una Commissione speciale.

I primi atti che dovranno essere esaminati sono la Relazione al Parlamento sulle nuove prospettive di crescita dell’economia e sull’andamento dei conti pubblici per gli anni 2013 e 2014; lo Schema di decreto del Presidente della Repubblica per la destinazione della quota dell’8 per mille dell’IRPEF e lo Schema di decreto del Ministro del lavoro sui requisiti di accesso alla pensione per gli esodati (uno dei temi più brucianti lasciati aperti dalel elezioni).

L’esame della relazione sull’aggiornamento del Def (Documento di Economia e Finanza) è iniziato oggi in commissione al Senato. Il documento permette al Governo di aggiornare gli obiettivi già previsti nel DEF, qualora per il verificarsi di eventi eccezionali si rendano necessari interventi correttivi, indicando le ragioni per cui si propongono le modifiche.  Nella relazione il Governo sostiene infatti che per il sostegno e rilancio di crescita e occupazione intende procedere con un provvedimento d’urgenza in grado di immettere liquidità nel sistema economico mediante lo sblocco dei pagamenti dei debiti della PA verso i propri fornitori. L’intervento ammonta a circa 20 miliardi nel secondo semestre 2013 e altri 20 miliardi nel corso del 2014. Gli effetti di questa misura possono essere stimati in un peggioramento del saldo netto da finanziare a cui va aggiunto l’impatto del nuovo quadro economico tendenziale. In via prudenziale, la cifra stimata è di 25 miliardi per ciascuno degli anni 2013 e 2014.

I tempi dell’esame al Senato saranno brevi: l’analisi in Aula è già calendarizzata per martedì 2 aprile e le risoluzioni sul documento dovranno essere presentate entro la conclusione della discussione generale. Gli emendamenti alla risoluzione accolta dal Governo dovranno essere presentati entro 30 minuti dall’espressione del parere. Dopo il Senato la parola passerà alla camera. Vedremo se l’impegno dei due nuovi presidenti, nonostante il groviglio politico, avrà almeno questo risultato: fare subito cose drammaticamente urgenti.


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